
Reductio ad Nazium
“Verso la fine del periodo che trascorsi lavorando in fabbrica, nella casa degli ebrei mi imbattei in un romanzo di Georg Hermann ‘Morte di un’epoca’. Il libro, edito dall’associazione libraria ebraica, nella sua concezione risentiva già fortemente dell’influenza del nazismo in ascesa. Non so per quale ragione nel mio diario manchi un esame più particolareggiato di tutta l’opera; mi ero annotato solo una situazione, una frase ‘La moglie di Gumpert abbandona in fretta la cappella del cimitero prima che inizi la cerimonia funebre per l’amante del marito e il suo seguito [Gefolgschaft], con minor fretta ma tuttavia sollecito, fa precisamente quello che deve fare un seguito, la segue’. Allora interpretai la frase come pura e semplice ironia, quell’ironia ebraica così odiosa ai nazisti perché mette in luce le ipocrisie del sentimento; mi dissi: l’autore ‘punge’, per così dire, la parola gonfiata facendola afflosciare miseramente. Oggi giudico diversamente questo passo, credo che in esso domini non l’ironia ma una profonda amarezza. Infatti, in cosa consistevano lo scopo ultimo e il successo di tutto quel sentimentalismo gonfiato all’eccesso? Il sentimento in sé e per sé non ne era lo scopo, il fine, era solo un mezzo, un tramite. Il sentimento doveva soppiantare il pensiero, doveva lasciare il posto a una condizione di ottuso stordimento, di abulia e insensibilità; come altrimenti si sarebbe riusciti a reclutare l’indispensabile massa di aguzzini e torturatori? Cosa fa una perfetta Gefolgschaft? Non pensa e nemmeno più prova un sentimento: segue.”
LTI- La lingua del terzo Reich. Taccuino di un filologo Victor Klemperer